Domenica mattina parte come al solito scoppiettante, con le auto cariche di aspettativa e con il pieno di energia frizzante, anche se aleggia un filo di nostalgia per quella consapevolezza che ti prende quando arrivi al primo pit-stop di qualcosa che ti sta piacendo tantissimo.
Sì perché la stagione è finalmente iniziata e noi ci stiamo dedicando al massimo ai nostri amati tour. E’ solo un arrivederci all’autunno, lo sappiamo, e la consolazione delle promesse di rivederci tutti è benefica e ci fa guardare al futuro prossimo con una serenità che quest’anno non ci aspettavamo. Ma soprattutto, quello che ci coglie completamente di sorpresa, è poter tastare con mano come questi eventi ci abbiano gonfiato di energia ed entusiasmo che restituiamo a chi, in questi giorni, sceglie di approcciarsi all’Etna con noi. E’ un circolo vizioso bellissimo dal quale non vorremmo uscire mai più!
Ma torniamo a noi. Domenica scorsa la giornata era calda e assolata, il lato nord dell’Etna si è mostrato in tutto il suo fascino selvaggio lasciando letteralmente a bocca aperta grandi e piccini.
Tutti tranne nostra figlia, questa volta parte anche lei del gruppo, che però stavolta non ne voleva sapere di camminare e godersi la giornata in compagnia degli altri coetanei.
Arrivati ai Sartorius, il gruppo si distanzia: i più grandi avanti e i più piccoli in coda. Ludovico ha spiegato in modo semplice ed esaustivo cosa i nostri piedi stavano calpestando e i nostri sensi assorbendo. Io ero per lo più occupata in un babysitting generico, cercando di dividermi tra qualche capriccio di troppo e un occhio alla sicurezza: sapendo dove il sentiero stringeva, anticipavo i punti critici con raccomandazioni e suggerimenti che hanno fatto sentire tutti più sereni e al sicuro. E soprattutto liberi di godersi il paesaggio e respirare le vibrazioni che questi crateri sono capaci di trasmettere. Gli occhi, tutti gli occhi, parlavano da soli, persi in tutta quella natura e in tanta bellezza.
Ritornati alle macchine il viaggio fino alla grotta dei ladroni è breve, e da lì un semplice sentiero ci posta a scoprire una delle grotte più caratteristiche di questo lato del vulcano, che ha dalla sua una storia ricca di aneddoti che hanno rapito del tutto la fantasia dei più piccoli.
Il fresco della grotta ci rimette al mondo, anche se alcuni tra i più piccoli non hanno apprezzato del tutto la temperatura, e siamo pronti per ripartire alla volta del castagno millenario dei Cento Cavalli. Ludovico intanto ci anticipa al parco avventura per allestire il pranzo, mentre noi scopriamo, con l’aiuto di un volontario che da 35 anni si occupa di accudire questa meraviglia, tutti i segreti e tutti i disegni nascosti tra i suoi immensi rami. Un’esperienza da non perdere!
Finalmente arriva l’ora del pranzo, con la ormai proverbiale salsiccia, insalata di pomodori e Bi-torta e il tempo per i più giovani di sperimentare l’esperienza di camminare sospesi tra gli alberi.
Allora sentiamo, cosa ti è piaciuto di più?
Scommetto che non faticherete a indovinare le risposte!